lunedì 25 aprile 2011

Storia e significato dei tre colori della Bandiera italiana tra massoneria e valori della Rivoluzione Francese

Non tutti conoscono la storia della nostra Bandiera e neppure il significato dei tre colori che la compongono.
Secondo un'antica poesiola scritta nei "sussidiari" delle scuole elementari di un tempo (ma si tratta di invenzione retorica), nel vessillo dell'Italia ci sarebbe il verde per ricordare i nostri prati, il bianco per le nostre nevi perenni ed il rosso in omaggio ai soldati che sono morti in tante travagliate guerre.
Su questo tema hanno profuso rime anche poeti di fama come Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Renzo Pezzani, Ada Negri...
Davvero il verde dei prati, il bianco delle nevi e il rosso di un sangue versato tra le lacrime di un'intera nazione per duecento anni è la trasposizione allegorica del nostro Tricolore?
E' difficile identificare tra i tanti chi e come ha inventato una simile leggenda. Leggenda romantica, ma non vera. Alla luce della Storia essa appare puerile e senza senso. Può essere il tema di una filastrocca, ma è inconcepibile che una penisola frazionata in tanti piccoli stati, abbia avuto, col Risorgimento, la forza di unirsi per celebrare prati e nevai.
Nasce quindi il sospetto che l'ignoto cantore di tale favola abbia voluto nascondere una realtà ben diversa e molto più seria e drammatica. Una verità difficile da gestire quando, oggi, la storia patria reale è interamente riscritta.
La bandiera italiana è nata nel 1794, quando due studenti di Bologna, Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sollevazione contro il potere assolutista che governava la città da quasi 200 anni. I due presero come distintivo la coccarda della rivoluzione parigina, ma, per non far da scimmia alla Francia, cambiarono l'azzurro col verde (rappresentante anche il colore della massoneria).
Il significato allegorico è rimasto comunque lo stesso: un Tricolore come traguardo di un popolo che mirava ad avere Giustizia, Uguaglianza, Fratellanza. Tre obiettivi senza i quali non ci può essere Dignità, Democrazia, Prosperità.
Il nostro Tricolore riassume i naturali "Diritti dell'Uomo", le aspirazioni di tutte le genti, la volontà di chi crede nella propria nazione volta al progresso, con leggi adeguate, senza divisioni, stessi doveri e medesimi privilegi. Un paese dove non ci siano discriminazioni, ma ognuno fa del proprio lavoro una cosciente responsabilità. Dove la morale e l'etica siano guida costante per un'esistenza felice e serena.
Questo è scritto nella nostra bandiera e questo è quanto sognavano quei due studenti che l'hanno ideata e difesa sino a sacrificare la loro vita ventenne al bieco assolutismo despota dei carnefici del potere.
Forse è per questo, per tutti questi valori racchiusi in quel pezzo di stoffa, che, chi ci governa (o, meglio, dovrebbe governarci) oggi, il Tricolore non lo gradisce e lo disprezza.
Il 14 novembre 1794, appare per la prima volta come coccarda puntata sugli abiti dei patrioti nella sommossa di Bologna.
Il 18 maggio 1796, i colori di questa coccarda sono accettati da Napoleone, a Milano, e questi consegna alla Guardia Civica, alla Legione Lombarda e alla Guardia Nazionale una bandiera a strisce verticali verde, bianca e rossa. Nel corso di questa cerimonia, Napoleone specifica che questi tre colori provengono dalla coccarda della sollevazione bolognese. Infatti, dice testualmente: "Visto che loro (i due studenti) hanno scelto questi tre colori, così siano".
Il 9 ottobre 1796 (18 vendemmiaio, anno V), la Legione Italiana, emanazione della Legione Lombarda, riceve dal Bonaparte un Tricolore con la stessa composizione della coccarda di De Rolandis e Zamboni.
Il 18 ottobre dello stesso anno (27 vendemmiaio), il senato riunito a Bologna e Modena decreta che sia creata una bandiera a bande verticali con questi tre colori, simbolo della nuova Repubblica Cispadana, prima tappa di una nuova Repubblica Italiana.
Il 7 gennaio del 1797, a Reggio Emilia, i convenuti delle assise fanno proprio il nuovo stendardo e s’impegnano a che esso diventi universale.
  Ito De Rolandis

Sintetizzando, concludendo e approfondendo, la Bandiera italiana è una variante della bandiera della Rivoluzione Francese, nella quale fu sostituito l'azzurro con il verde che, secondo il simbolismo massonico, significava la natura ed i diritti naturali (uguaglianza e libertà).
In realtà, i primi a ideare la bandiera italiana sono stati due patrioti e studenti dell'Università di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giambattista De Rolandis, originario di Castell'Alfero (Asti), che, nell'autunno del 1794, unirono il bianco e il rosso delle rispettive città al verde, colore della speranza. Si erano prefissi di organizzare una rivoluzione per ridare al Comune di Bologna l'antica indipendenza perduta con la sudditanza agli Stati alla Chiesa.
La sommossa, nella notte del 13 dicembre, fallì e i due studenti furono scoperti e catturati dalla polizia pontificia, insieme ad altri cittadini.
Avviato il processo, il 19 agosto 1795, Luigi Zamboni fu trovato morto nella cella denominata "Inferno", dove era rinchiuso insieme con due criminali, che lo avrebbero strangolato per ordine espresso della polizia, quale ennesimo delitto della Chiesa di Roma.
L'altro studente, Giovanni Battista De Rolandis, fu condannato a morte ed impiccato il 23 aprile 1796.
Napoleone la adottò il 15 maggio 1796 per le Legioni lombarde e italiane.
Il 18 ottobre dello stesso anno, il senato riunito a Bologna decreta che sia creata una Bandiera coi colori nazionali Verde, Bianco e Rosso a bande verticali, la quale divenne per i patrioti, simbolo di speranza per un migliore avvenire: con questo valore fu adottato dalla Repubblica Cispadana il 7 gennaio 1797, qualche mese dopo da Bergamo e Brescia e poi dalla Repubblica Cisalpina. Con la fusione della Cisalpina e della Cispadania, il Tricolore divenne la Bandiera della prima Repubblica Italiana e, successivamente, dal primo Regno d'Italia voluto da Napoleone. 
In quell’epoca le sue bande erano disposte talvolta verticalmente all'asta con quella verde in primo luogo, talvolta orizzontalmente con la verde in alto.
A cominciare dal 1° maggio 1798, soltanto verticalmente, con asta tricolorata a spirale, terminante con punta bianca.
Nella metà del 1802, la forma diviene quadrata, con tre quadrati degli stessi colori racchiusi l'uno nell'altro. Questo cambiamento fu voluto dal Melzi (vice presidente della Repubblica Italiana dell'epoca) per cancellare ogni vincolo rivoluzionario legato alla Bandiera.
Abolito alla caduta del Regno Italico di Napoleone, il tricolore fu ripreso, nella sua variante rettangolare, dai patrioti dei moti del 1821 e del 1831.
Mazzini la scelse come bandiera per la sua Giovine Italia e fu subito adottata anche dalle truppe garibaldine.
Durante i moti del '48/'49, sventola in tutti gli Stati italiani nei quali sorsero governi costituzionali: Regno di Napoli, Sicilia, Stato Pontificio, Granducato di Toscana, Ducato di Parma, Ducato di Modena, Milano, Venezia e Piemonte. In quest'ultimo caso, alla bandiera fu aggiunto, nel centro, lo stemma sabaudo (uno scudo con croce bianca su sfondo rosso, orlato d’azzurro).
La variante sabauda divenne Bandiera del Regno d'Italia fino al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, quando l'Italia divenne Repubblica e lo scudo dei Savoia fu abolito.

Oggi, la bandiera italiana è il Tricolore: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così definita dall'articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nº 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947.
Il 7 gennaio di ogni anno, la bandiera italiana è protagonista della giornata nazionale della bandiera, istituita dalla legge nº 671 del 31 dicembre 1996.

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